Una delle figure più lungimiranti del Carmelo
teresiano è stata senza dubbio quella del cardinale Anastasio Ballestrero, che alla fine degli anni Settanta, mentre il
Terz’ordine si trasformava in Ordine Secolare dei Carmelitani scalzi propose
una serie di meditazioni sull’Ocds, poi raccolte nel volumetto “Partecipi di uno stesso carisma”. Riflessioni che derivavano in lui non
soltanto dall’esperienza ultradecennale come Generale dei Carmelitani scalzi. “Uno
squarcio grande, nel silenzio della sua vita – scrisse, infatti, del
decennale della sua morte p. Luigi
Gaetani, Superiore della Provincia Napoletana dei Carmelitani Scalzi - è rappresentato sicuramente dall’
esperienza che visse come formatore di religiosi e religiose, di sacerdoti e
laici, attraverso la predicazione”,
Vi proponiamo un passaggio di p. Anastasio
Ballestrero che può aiutarci nella riflessione propostaci dal nostro padre
Generale, soprattutto a proposito della “cura della vocazione”:
“… sono convinto che il rapporto fra il Primo Ordine e
Terz’Ordine è un rapporto vivificante che aiuta, evidentemente, il terzo Ordine
ad essere ciò che è, perché senza il rapporto col Primo Ordine evidentemente si
svigorisce e si anemizza; ma aiuta anche il Primo Ordine ad essere quello che
è, perché lo aiuta ad una verifica, ad un ripensamento costante, per quegli
adeguamenti che sono inevitabili. Infatti i carismi spirituali sono autentici
nella misura in cui sono vivi e non sono
cristallizzati in forme inerti e in situazioni immobili”.
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