"L’aver genitori virtuosi e timorati di
Dio, unitamente a tutto il favore che il Signore mi concedeva, mi sarebbe
bastato per crescere buona, s’io non fossi stata tanto spregevole. Mio padre
amava leggere buoni libri e ne teneva diversi in lingua volgare perché anche i
suoi figli li leggessero. A causa di queste letture e della cura che mia madre
aveva di farci pregare e di renderci devoti di Nostra Signora e di alcuni
santi, cominciò a destarsi in me la pietà, credo all’età di sei o sette anni.
Mi era di aiuto il vedere che i miei genitori non favorivano che la virtù; di
virtù essi ne avevano molte. Mio padre era un uomo di grande carità verso i
poveri e di grande umanità verso i malati e anche verso i servi; tanta, che non
si poté mai ottenere ch’egli tenesse degli schiavi perché ne aveva una grande
pietà. E quando una volta ebbe a trovarsi in casa nostra una schiava di suo
fratello, la trattava affettuosamente come i suoi propri figli; diceva che gli
era di una pena intollerabile il fatto che non fosse libera. Era molto sincero.
Nessuno lo udì mai imprecare o mormorare. E fu sempre molto onesto.
Anche mia madre aveva molte virtù, e trascorse la sua vita in gravi
malattie. Grandissima la sua onestà; benché fosse di singolare bellezza, non
diede mai occasione di pensare che vi facesse caso. Infatti, pur morendo a soli
trentatré anni, già il suo modo di vestire era come quello di una persona
attempata. Molto dolce e di notevole intelligenza. Soffrì molto nel corso della
sua vita. Morì da vera cristiana" (Teresa di Gesù Vita 1,1).
Le parole che aprono il primo capitolo del Libro della Vita in cui Teresa scrive di sè, per obbedienza, raccontando le proprie origini, la propria vocazione e il proprio cammino spirtituale, sono dedicate ai suoi genitori "virtuosi e timorati di Dio", testimoni di Dio per i figli che il Signore volle loro donare.
Le abbiamo scelte per accompagnare questo week end dedicato alle famiglie. Augurandoci che siate in molti a seguire in tv o sui giornali quanto avviene a Milano (potete seguirlo anche su questo blog collegandovi con le notizie del Vaticano) nel corso del VII incontro mondiale delle famiglie.
«Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie (…) ci consentirà di riflettere sul significato dell’uomo-donna, del matrimonio, della famiglia e della vita. Aspetti che – con il lavoro e riposo ( la festa), l’edificazione di una città giusta, la condivisione magnanima
perciò equilibrata delle fragilità, delle forme di emarginazione, del travaglio dell’immigrazione – descrivono l’esperienza comune di ogni uomo».
(Card. Angelo Scola, omelia di ingresso nella Diocesi di
Milano, settembre 2011)
E noi come portiamo la nostra fede, e il carisma che ci aiuta a viverla, nella nostra famiglia?
I nostri figli o nipoti ci vedono virtuosi e timorati di Dio?
Proviamo a fare alla luce della Parola di Dio una revisione dei nostri "ruoli" di coniugi, di figli, di fratelli, di nipoti. Non costa nulla. Pensiamo, invece, a quante famiglie da ogni parte del mondo si sono riunite a Milano, affrontando un lungo viaggio, qualche disagio, e partecipiamo, così, come possiamo anche noi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.