Quattrocento anni fa, la beatificazione di Teresa


"Era un paradiso il servirla,
e la più grande pena
che ebbi accanto a lei
fu quella di vederla soffrire".
Sr. Anna di San Bartolomeo
 
Nell'ottobre del 1582, quando Teresa morì ad Alba di Tormes, fra le braccia della sua infermeria e segretaria, la conversa Sr. Anna di San Bartolomeo, tutte le calunnie su di lei si erano dissolte. Non era più la visionaria come era stata tacciata all'epoca della fondazione di San Giuseppe, né era quella pazza com'era creduta nell'agosto del 1567 quando partì da Medina dal Campo per dare inizio a tutta una lunga serie di fondazioni.
Ma trascorsero trentadue anni dalla morte della Madre Teresa per giungere alla sua beatificazione, anni in cui la fama della sua santità, già presente quando morì, andò sempre più aumentando, incoraggiata da coloro che ebbero il compito di discernere il suo spirito: P. Domenico Báñez, predicando a Salamanca in ricordo della morte della Madre Teresa, affermavò che Teresa era "santa alla pari di Santa Caterina di Siena e che i suoi libri e la sua dottrina erano superiori".
Bartolomeo di Medina, il frate domenicano che prima di conoscerla diffidava molto di lei basandosi solo su quanto aveva udito, ora affermava che "non c'era sulla terra una Santa più grande di lei".
P. Giovanni de la Cueva affermava di ritenerla "grande Santa e donna di eccelse virtù".
 Nel 1604 Luis di Ulloa, figlio della signora Guiomar de Ulloa, dichiarava che "Teresa di Gesù fu una donna di così ammirabile vita, santità e virtù che è sempre stata ritenuta persona di grande spirito, carità, pietà e pazienza e di molta costanza e perseveranza in tutte le cose sante che ricercava, soprattutto nelle fondazioni che realizzò".
Ma affinché una persona fosse riconosciuta santa, si esigevano dei miracoli ottenuti per sua intercessione e che le reliquie fossero oggetto di devozione da parte dei fedeli. Inoltre il concilio di Trento aveva stabilito che non fossero riconosciuti nuovi miracoli né fossero ammesse nuove reliquie senza la dovuta approvazione da parte del Vescovo.
Il 15 ottobre 1591 il Vescovo di Salamanca, Gerolamo Manrique Figueroa, durante la visita ad Alba di Tormes dove accertò lo stato incorrotto del corpo della Madre Teresa e che "Nostro Signore aveva operato meraviglie per suo mezzo" e che la Madre Teresa aveva tenuto "una vita santa ed esemplare", ordinò che si desse inizio al processo informativo di beatificazione. I primi a deporre furono i Padri Domenico Báñez e Francesco Rivera, primo biografo della Santa.
Tra gli anni 1595-1597 il Nunzio del Papa, Camillo Gaetano, su suggerimento di Filippo II, ordinò che fosse compiuto il processo informativo nei luoghi dove la Madre Teresa aveva vissuto od era stata maggiormente conosciuta.
Messa insieme tutta l'informazione raccolta, fu inviata a Roma nel 1597 ed accompagnata da una lettera del re di Spagna Filippo II. A questa petizione si unirono altre: quella del concilio provinciale di Tarragona, quella della Congregazione delle Cattedrali e Chiese metropolitane dei regni di Castiglia e Leone, e quelle delle università di Salamanca ed Alcalà.
Anche P. Gerolamo Graziano inviò una lettera al Papa, a quel tempo Paolo V, manifestando il desiderio che fosse avviato il processo su Teresa di Gesù.
Nel 1604 ebbe inizio il regolare procedimento da parte della competente autorità apostolica. Al termine del quale fu pubblicato il Breve di beatificazione della Madre Teresa, firmato da Paolo V in data 24 aprile 1614:
"Noi, esaminata con attenzione questa causa, tramite i nostri venerabili fratelli i Cardinali della Santa Chiesa Romana, deputati per i sacri Riti e a cui abbiamo affidato il suo studio, ed udito il loro favorevole consiglio in risposta alle petizioni, concediamo che d'ora in poi si possa celebrare in tutti i monasteri e chiese dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi e da tutti i religiosi di entrambi i sessi l'Ufficio e la Messa della Beata Teresa come Vergine, nel giorno del suo glorioso transito, cioè il 15 del mese di ottobre, e che nella città di Alba, diocesi di Salamanca, nel monastero e nella chiesa in cui si custodisce il corpo dalla Beata Teresa, tutti i sacerdoti, sia secolari che regolari, possano pregare e celebrare rispettivamente l'Ufficio e la Messa in onore della Beata Teresa, secondo le rubriche del Breviario e del Messale romani, favore che, in virtù della Nostra autorità apostolica e per le presenti lettere, concediamo perpetuamente, senza che venga impedito dalle Costituzioni ed Ordinazioni apostoliche, né ci sia nulla in contrario. PP. Paolo V".

Feste per la BeatificazioneGrandi i festeggiamenti in onore della nuova Beata, in sintonia con l'atmosfera barocca dell'epoca, alle celebrazioni partecipava tutta la città. Le feste durarono non meno di otto giorni e abbracciavano le due sfere: quella religiosa e quella civile. In quella religiosa venivano celebrate le solenni Messe con tanto di sermone, i vespri cantati e le propose processioni con la partecipazione dell'intera città: le autorità civili, gli ordini religiosi, il clero secolare, la nobiltà, le confraternite con i propri stendardi, bandiere, croci e musica.Una volta resa nota la notizia della beatificazione, fu indetto un concorso per la migliore poesia che esaltasse la sua figura, ne lodasse le virtù. Altro ambito della festa fu quello profano: non mancarono le corride, i giochi equestri, le luminarie ed i fuochi d'artificio che sbalordivano con i colori, il frastuono e l'odore della polvere da sparo. Sfarzosi addobbi di ogni genere che si potevano notare lungo le vie, nei balconi delle case e per i numerosi arazzi esposti.