di p. Raffaele Amendolagine
Elia,
che rappresenta l'umanità, continua la sua vita oppresso e depresso
dalla lotta continua contro il male. E' stanco. Dio prima lo rifocilla
attraverso un altro meraviglioso segno, il Pane disceso dal cielo e
offerto da un angelo, poi vuole favorirlo con la manifestazione di una
sua presenza misteriosa, ma reale che lo aiuterà ad andare avanti.
1Re 19,4-7
1Re 19,4-7
Alla fine si mise sotto una ginestra. Si augurò di morire: «Signore, -
disse, - non ne posso più! Toglimi la vita, perché non valgo più dei
miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra, ma
all'improvviso un angelo lo svegliò e disse: «Alzati e mangia». Subito
notò accanto alla sua testa una focaccia, di quelle cotte su pietre
arroventate, e una brocca d'acqua. Dopo aver mangiato e bevuto, si mise
di nuovo a dormire. L'angelo del Signore lo svegliò una seconda volta:
«Mangia ancora, - gli disse, - perché il cammino sarà molto lungo per
te». Elia, riprende le forze, si incammina, ma ha bisogno anche di
coraggio. Si ritira in una grotta, per trovare rifugio. Ma
Dio incalza: "Che fai, Elia?". Il Profeta confessa il suo zelo per Lui,
ma continua ad avere paura. Interviene allora il Signore in persona. Non
è infatti nel chiudersi in se stesso che si porta avanti il progetto di
Dio. Non è nell'allontanarsi da tutto e da tutti, o il nascondersi alle
realtà che sovrastano e che feriscono. Si deve uscire fuori, all'aperto,
senza paura, perché c'è Dio. Dio fa superare ogni difficoltà.
Certo,
fuori c'è il vento delle preoccupazioni umane, che tenta di distruggere
ogni sicurezza, ci sono terremoti che sconquassano i beni terreni, c'è
il fuoco della vendetta e dell'odio che affoga ogni speranza. Questi
ostacoli non sono Dio, non vengono da Dio e neppure lo rappresentano. Si
devono sorpassare, perché solo lì, all'aperto, guardando senza vedere,
ascoltando senza sentire, si resterà avvolti, inebriati dalla sua
presenza ineffabile. I mali del mondo passano. Dio resta. Si deve
scoprire. Il Profeta lo riconosce nel "mormorio di un soave silenzio".
1
Re 19, 11- "…Il Signore rispose ad Elia: - Esci dalla grotta e vieni
sulla montagna, alla mia presenza. Infatti il Signore stava passando.
Davanti a lui un vento fortissimo spaccava le montagne e fracassava le
rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento venne il
terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto venne
il fuoco, ma il Signore non era neppure nel fuoco. Dopo il fuoco, Elia
udì come il mormorio di un soave silenzio. Si
coprì la faccia col mantello e uscì…"
(3- continua)