Chiara, Teresa e noi: una comunione spirituale

« Non veneriamo la memoria dei santi solo a titolo d'esempio, ma più ancora perché l'unione di tutta la Chiesa nello Spirito sia consolidata dall'esercizio della fraterna carità. Poiché come la cristiana comunione tra coloro che sono in cammino ci porta più vicino a Cristo, così la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio »: (dal catechismo della Chiesa cattolica n 957)

 Teresa d'Avila che è stata avida lettrice di testi spirituali, benché nel Cinquecento fosse proibito alle donne leggere ed istruirsi, nutriva in sé un profondo senso di "comunione" con le figure che meglio avevano incarnato il Vangelo. Una delle persone a cui si ispirò fu, per sua stessa ammissione, proprio Santa Chiara.
Lo annota nel Libro della Vita, facendo riferimento a un'esperienza particolare avuta  l'11 agosto:

Il giorno di santa Chiara, mentre stavo per comunicarmi, mi apparve questa santa splendente di bellezza; mi disse di sforzarmi d’andare innanzi nell’opera intrapresa, perché ella mi avrebbe aiutata. Cominciai a nutrire per lei una grande devozione, tanto più che le sue promesse sono risultate così veritiere che un monastero di suore del suo Ordine, vicino al nostro, ci aiuta a mantenerci. E la cosa più importante è che, a poco a poco, ha perfezionato a tal punto il mio desiderio di rinuncia a tutto che la povertà osservata da questa gloriosa santa nella sua casa si osserva anche da noi e viviamo di elemosina. Non mi è costato poca fatica ottenere l’autorizzazione del santo Padre a mantenerci salde in questa Regola, senza discostarcene né aver mai rendite. Il Signore fa molto di più e lo si deve forse alle preghiere di questa santa gloriosa perché, senza esserne richiesto, ci provvede completamente di tutto il necessario. Sia egli benedetto per ogni cosa! Amen. (Vita 33,13)”

Per conoscere meglio la Chiara di Assisi si può fare riferimento alle quattro lettere che scrive all'amica Agnese di Praga. In esse la "piccola pianticella di Francesco" rivela l’entusiasmo e la passione della sua sequela di Cristo.A quel Cristo che ha dato tutto Chiara vuole che si guardi con lo stesso amore: Con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto a te si è donato. Con uno sguardo dolece e innamoratorato.
Come avrebbe fatto tre secoli dopo la nostra Teresa d'Avila, che proprio meditando la passione di Gesù ha trovato la verità della propria vocazione, Chiara di Assisi è maestra di contemplazione. Non soltanto per chi condivide la clausura, ma per ognuno di noi.
E’ proprio e specifico di Chiara l’aver dato alla contemplazione una dimensione propriamente evangelica: non era per lei attività straordinaria, riservata a un’élite, ai privilegiati dalla cultura, ma era atteggiamento quotidiano nello spazio dell’umile realtà delle case, dei lavori quotidiani (Enzo Bianchi).
Saremo per sempre "Grati a Dio che ci dona i Santi che parlano al nostro cuore e ci offrono un esempio di vita cristiana da imitare, vorrei concludere con le stesse parole di benedizione che santa Chiara compose per le sue consorelle e che ancora oggi le Clarisse, che svolgono un prezioso ruolo nella Chiesa con la loro preghiera e con la loro opera, custodiscono con grande devozione.
 Sono espressioni in cui emerge tutta la tenerezza della sua maternità spirituale: “Vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con tutte le benedizioni con le quali il Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cielo e in terra i figli e le figlie, e con le quali un padre e una madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali. Amen” (FF, 2856)" (Benedetto XVI, udienza generale su Chiara d'Assisi).


 Oggi anche a Napoli, nella Basilica a lei consacrata, (distrutta nel bombardamento del 4 agosto 1943 e ricostruita un anno dopo), si ricorda con grande devozione, questa bellissima testimone del Vangelo nata e vissuta ad Assisi.
Stefania De Bonis ocds