TERESA, NOI SCALZI E LA PREGHIERA PER LA CHIESA

Il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha oggi affermato che “l’attività di indagine avviata dalla Gendarmeria" sulla diffusione di documenti riservati vaticani "secondo istruzioni ricevute dalla Commissione cardinalizia e sotto la direzione del Promotore di Giustizia, ha permesso di individuare una persona in possesso illecito" di tale materiale. “Questa persona – ha aggiunto il direttore della Sala Stampa vaticana - si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti”.

Non vogliamo commentare. Non ci compete.
Nonostante tutto miri a screditare l'unità e il volto della Chiesa dobbiamo fare la nostra parte: innanzitutto continuare a credere che insieme alla zizzania i fili di grano dorato crescono numerosi, quindi essere fieri di far parte della Chiesa di Cristo. Infine chiediamoci: Che cosa avrebbe fatto oggi Teresa di Gesù, così sensibile a quanto ai suoi tempi, sporcava il volto della Chiesa e, in particolare, degli ordini religiosi?
Teresa d'Avila ci chiederebbe di pregare per la Chiesa e i suoi "capitani".
Sentiamo rivolte anche a noi le parole con cui spronò le sue figlie del monastero di san José: "Procuriamo di essere tali che le nostre orazioni servano ad aiutare questi servi di Dio i quali, a prezzo di tante fatiche, si sono fortificati con dottrina, virtù e difficile prove, per venire ora in aiuto del Signore... Credete voi, figlie mie, che ci voglia poca virtù per trattare con il mondo, vivere in mezzo al mondo, occuparsi degli affari del mondo, conformarsi, come ho detto, alle conversazioni del mondo, ed essere interiormente estranei al mondo, nemici del mondo, vivendo in esso come chi vive in esilio e, infine, non essere uomini, ma angeli? Se, infatti, non fosse così, non meriterebbero il nome di capitani, e allora il Signore non permetta che escano dalle loro celle, perché faranno più male che bene. Non è, infatti, questo il tempo che consenta di scorgere imperfezioni in coloro che devono essere di esempio." (Cammino di perfezione 3,2-3)

Anche il Santo Padre proprio durante una delle recenti udienze generali ha sottolineato che "l’episodio della liberazione di Pietro raccontato da Luca ci dice che la Chiesa, ciascuno di noi, attraversa la notte della prova, ma è la vigilanza incessante della preghiera che ci sostiene. Anche io, fin dal primo momento della mia elezione a Successore di san Pietro, mi sono sempre sentito sorretto dalla preghiera di voi, dalla preghiera della Chiesa, soprattutto nei momenti più difficili".

E di sicuro il Papa ci chiede oggi di pregare non solo per Lui, ma anche per tutti quanti operano nella Chiesa, affinchè siano fedeli e nella verità.

Ricordiamo sempre di trasformare ciò che viviamo e di cui siamo testimoni in materia del nostro quotidiano dialogo con Dio  (cfr. art. 22 Costituzioni OCDS)