Il "Perdono di Assisi" e la preghiera di intercessione

In questo dipinto tanti angeli portano a Dio la Porziuncola,
la piccola chiesa eretta da s. Francesco e oggi inglobata
nella Basilica di S. Maria degli Angeli ad Assisi, dove
si celebra solennemente la "Festa del Perdono"
Quando Francesco di Assisi chiese al Papa Onorio III il perdono per i peccatori, il Pontefice gli chiese  «Per quanti anni vuoi questa indulgenza?». Francesco scattando rispose: «Padre Santo, non domando anni, ma anime».
Lo zelo per la salvezza delle anime che chi conosce bene gli scritti di Teresa d'Avila sa che sono un elemento palpitante della sua spiritualità trova in queste ore un gesto concreto che ciascuno di noi può fare per sé (per riconciliarsi con il Signore) o per un anima di un defunto.

Ripercorrendo le pagine autobiografiche della nostra fondatrice troviamo una bellissime "confessione" del dono che ebbe dal Signore di salvare le anime con la sua preghiera  (Vita 39,7) e nelle Fondazioni (capitolo 1, 7) affermò: Mi pare che il Signore apprezzi di più un'anima sola che con le nostre industrie ed orazioni per sua misericordia noi gli guadagniamo, che non qualunque altro servizio che gli possono rendere.
Sicuramente nel celebrare nel suo monastero questa festa, Teresa avrà pregato per qualche anima che sapeva defunta e lontana dal Signore.


Ma che cosa prevede oggi la Chiesa per "la Festa del Perdono"? In un primo tempo l'indulgenza era riservata soltanto a chi visitava la piccola chiesa della Porziuncola oggi è estesa a tutte le chiese francescane, le cattedrali o le parrocchie.

Il significato.  Proponiamo un passaggio di una meditazione di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) tratta dal libro "Immagini di speranza":  è un invito a mettere la salvezza degli altri al di sopra della mia e, proprio per questo, a trovare anche me stesso. Si tratta di non chiedere più: Sarò salvato? ma: che cosa vuole Dio da me perché altri siano salvati? L'indungenza rinvia alla comunione dei santi, al mistero della sostituzione  vicaria, alla preghiera come via per diventare una cosa sola con cristo e con il suo volere.

L'indulgenza. Quella che si ricevo nella ricorrenza del "Perdono di Assisi" è lucrabile, per sé o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, da mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale.
Le condizioni per acquistare il Perdono sono quelle prescritte per tutte le indulgenze plenarie e cioè:
  • Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
  • Partecipazione alla Messa e Comunione Eucaristica;
  • Visita alla chiesa della Porziuncola (un'altra chiesa francescana o chiesa parrocchiale), per raccogliersi in preghiera e partecipare alla S. Messa.
Le preghiere richieste per ottenere l'indulgenza sono:
  1. Il CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;
  2. Il PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;
  3. UNA PREGHIERA SECONDO LE INTENZIONI DEL PAPA (ad esempio Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.

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Giornalista carmelitano ucciso a Dachau

Un ricordo di Tito Brandsma oggi citato anche dall'Osservatore Romano

Settant'anni fa, il 26 luglio 1942, fu assassinato nel lager di Dachau padre Tito Brandsma, il carmelitano olandese, che Giovanni Paolo II ha elevato nel 1985 all’onore degli altari e proclamato, accanto a san Francesco di Sales, compatrono dei giornalisti.
In una delle prime biografie su di lui - “Un giornalista martire. Padre Tito Brandsma” – l’autore, mons. Fausto Vaillanc racconta di un fascicolo riguardante Brandsma, redatto dal servizio di sicurezza tedesco, in cui si legge: “Come dimostra l’interrogatorio del Brandsma, l’arcivescovo de Jong ed egli stesso sono gli istigatori che intralciano i nostri sforzi per orientare in modo unificato ed influenzare con la stampa la popolazione olandese. Il progetto tendente a che i cattolici rinunciassero al loro abbonamento ai giornali a noi obbedienti non poteva che creare dissensi in mezzo al popolo. Le misure prese dalle autorità tedesche sono state impedite e turbate dal lavoro persistente del prof. Brandsma sul terreno dell’attività politica della stampa. Il carattere e il fine della sua azione tendevano a mettere in pericolo il prestigio della grande Germania e del nazionalsocialismo e a minacciare l’unità del popolo olandese

Brandsma, entrato nell’ordine dei carmelitani di antica osservanza, ma era molto attratto anche dalla spiritualità teresiana, è stato una delle più coraggiose voci cattoliche contro l'occupazione tedesca e contro un giornalismo asservito alla dittatura. Una dei più limpidi educatori e cercatori di Dio. In un discorso pubblico provocava i suoi ascoltatori con queste domande: È sconcertante come nel nostro tempo, in cui si registra progresso in ogni campo, ci si trovi davanti ad un disonore e ad una negazione di Dio che tendono ad allargarsi a macchia d’olio. Come mai l’immagine di Dio è così oscurata, che molti non ne restano più colpiti? C’è mancanza solo da parte loro? O è richiesto qualcosa anche a noi perché questa immagine risplenda di nuovo sul mondo di una luce più chiara?
Assistente nazionale dei giornalisti cattolici, quando nel 1940 la stampa cattolica olandese non può più rifiutare la pubblicazione di annunci presentati dal Movimento Nazionalsocialista Olandese, è a lui che l’arcivescovo di Utrecht mons. Juan De Jong affida l’incarico di avvicinare personalmente i direttori dei vari giornali cattolici e consegnare loro una lettera breve, ma di grande determinazione, secondo la quale devono rinunciare a inserzioni di articoli di sapore nazista, anche a costo della sospensione del giornale. L’invito è accolto da tutti gli interpellati e la lettera di rifiuto è resa pubblica. Qualche giorno dopo è decisa la deportazione di Brandsma: la sera del 19 gennaio 1942, due individui bussano alla porta del convento carmelitano, perquisiscono la sua stanza e lo arrestano. Durante la sua prigionia è trasferito a Scheveningen, Amersfoort, Kleve e, infine, a Dachau. Ovunque lascia un’impressione indelebile nei suoi compagni. .

Questi pochi mesi - ricorda proprio oggi l'Osservatore Romano - esaltano la spiritualità di padre Brandsma. Unanimi le testimonianze: la sopportazione del dolore pari alla capacità di consolare e aiutare gli altri, la perseveranza nella preghiera e l’affidamento a Cristo sostituivano tutto ciò che mancava o tutto ciò che si subiva, sino al momento dell’iniezione fatale".
Uno dei compagni di prigionia, un religioso, racconta di essere passato, il 26 luglio 1942, davanti a un capo-blocco, che “sogghignando mi mostrò un pezzo di carta su cui era annunciata la morte di padre Tito. Io lessi: Ano Sjoerd Brandsma … dimesso per morte. Morto 26 luglio 1942 ore 14”.
L’avevano ucciso, dopo lunghi mesi di torture con una siringa di acido fenico, poi ne avevano bruciato il cadavere. In quelle stesse ore in tutte le chiese dei Paesi Bassi, i vescovi cattolici, ancora ignari della fine di p. Tito, danno pubblica lettura della lettera di protesta in cui, tra l’altro, fanno riferimento al triste destino degli ebrei. Conseguenza di questa pubblica denuncia è una più crudele caccia agli ebrei in Olanda. Il 2 agosto ad Echt è arrestata la filosofa ebrea convertitasi al cattolicesimo Edith Stein che aveva ipotizzato un tale epilogo già nel 1933 in una lettera personale al Papa. Il 9 agosto 1942 ad Auschwitz, il suo cadavere, come era avvenuto per quello di Brandsma, fu bruciato in un forno crematorio.

  
Stefania ocds
Domani, 27 luglio i carmelitani calzati e scalzi ricordano questa coraggiosa voce del Carmelo


CONGRESSO SULLE FONDAZIONI: APERTE LE ISCRIZIONI

Si svolgerà dal 27 agosto al 2 settembre ad Avila nel Cites, l'Università della mistica dei Carmelitani Scalzi, il  terzo congresso teresiano, quest'anno dedicato a “Le Fondazioni”, il libro che abbiamo approfondito e finito di leggere da poco. Sarà trasmesso on line in quattro lingue (spagnolo, italiano, francese e inglese) e sarà possibile ascoltare le conferenze sia in diretta sia in differita. come è già successo per i precedenti eventi dedicati nel 2010 al Libro della Vita e nel 2011 al Cammino di perfezione.
Per poter seguire il Congresso on-line, sarà necessario registrarsi (le istruzioni le trovete cliccando qui).
Per garantire una buona qualità di trasmissione sarà necessario ridurre il numero di accessi contemporanei alla pagina web e di conseguenza il numero di registrazioni consentite sarà limitato. E' possibile consultare il programma in lingua italiana del Congresso sulle Fondazioni, cliccando QUI.  Tra i momenti più interessanti si potrà ascoltare La lectio inaugurale di p. Emilio Martinez, Vicario Generale ocd, dal titolo "Teresa fondatrice. Passato presente e futuro" e "Il Carmelo secolare: i secolari nella mente di Teresa nel Libro delle Fondazioni?" relazione di Myrna Torbay, ocds.

MESSAGGIO DEL PAPA PER I 450 ANNI DELLA RIFORMA TERESIANA




Città del Vaticano, 16 luglio 2012 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire un messaggio al Vescovo Jesús Garcia Burillo, di Avila (Spagna), in occasione del 450° anniversario della fondazione del monastero di San José di Avila e l'inizio della riforma del Carmelo ad opera di Santa Teresa di Gesù.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
Al venerato Fratello
Monsignor Jesús García Burillo
Vescovo di Avila


1. Resplendens stella. «Come una stella di vivissimo splendore» (Libro della Vita 32, 11). Con queste parole il Signore incoraggiò Santa Teresa di Gesù a fondare ad Avila il monastero di San José, inizio della riforma dell'ordine carmelitano, del quale, il prossimo 24 agosto, si celebrerà il 450° anniversario. In occasione di questa felice ricorrenza, desidero unirmi alla gioia dell'amata diocesi di Avila, dell'ordine dei carmelitani scalzi, del Popolo di Dio che peregrina in Spagna e di tutti quelli che, nella Chiesa universale, hanno trovato nella spiritualità teresiana una luce sicura per scoprire che attraverso Cristo all'uomo giunge un vero rinnovamento della sua vita. Innamorata del Signore, questa illustre donna non desiderò altro che compiacerlo in tutto. In effetti, un santo non è colui che compie grandi imprese basandosi sull'eccellenza delle sue qualità umane, ma chi permette con umiltà che a Cristo di penetrare nella sua anima, di agire attraverso la sua persona, di essere Lui il vero protagonista di tutte le sue azioni e i suoi desideri, colui che ispira ogni iniziativa e sostiene ogni silenzio.


2. Lasciarsi guidare in questo modo da Cristo è possibile solo per chi ha un'intensa vita di preghiera. Questa consiste, con le parole della Santa d'Avila, nel «parlare dell'amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama» (Libro della Vita, 8 e 5). La riforma dell'ordine carmelitano, il cui anniversario ci colma di gioia interiore, nasce dalla preghiera e tende alla preghiera. Nel promuovere un ritorno radicale alla Regola primitiva, allontanandosi dalla Regola mitigata, santa Teresa di Gesù voleva propiziare una forma di vita che favorisse l'incontro personale con il Signore, per la qual cosa basta «solo di ritirarsi in solitudine, sentirlo dentro di sé e non meravigliarsi di ricevere un tale Ospite». (Cammino di Perfezione, 28, 2). Il monastero di San José nasce proprio perché le sue figlie abbiano le condizioni migliori per trovare Dio e stabilire una relazione profonda e intima con Lui.


3, Santa Teresa propose un nuovo modo di essere carmelitana in un mondo a sua volta nuovo. Quelli furono «tempi duri» (Libro della Vita 33,5). E in essi, secondo questa Maestra dello spirito, «sono necessari forti amici di Dio a sostegno dei deboli» (ibidem 15,5). E insisteva con eloquenza: «Il mondo è in fiamme; vogliono nuovamente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di lui mille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa, e dobbiamo sprecare il tempo nel chiedere cose che, se per caso Dio ce le concedesse, ci farebbero avere un'anima di meno in cielo? No, sorelle mie, non è il momento di trattare con Dio d'interessi di poca importanza» (Cammino di Perfezione 1,5). Non ci risulta familiare, nella congiuntura attuale, una riflessione che c'illumina tanto e c'interpella, fatta più di quattro secoli fa dalla Santa mistica?

Solennità della beata Vergine del Monte Carmelo


Nel monastero dei SS. Teresa e Giuseppe delle Carmelitane Scalze a Napoli (Ponti Rossi) , dove ha sede la nostra fraternità  è stata celebrata domenica 15 luglio,  dal Vicario Generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, p. Emilio Martinez, la Solennità della B. Vergine del Carmelo, Madre e protettrice di noi carmelitani che festeggiamo il 16 luglio.

Nella Chiesa del monastero, il Vicario generale, creando un’atmosfera di grande condivisione con tutti i fedeli ,  ha ripercorso l’origine del nostro Ordine e del culto mariano che lo contraddistingue, ricordando che un gruppo di soldati che volevano riconquistare la Palestina e sottrarla alla religione dell’Islam, dopo lunghe e sanguinose battaglie che non avevano ottenuto nulla, si ritirarono su un monte (il Monte Carmelo), “sempre più convinti che le strade di Dio non si costruiscono con la violenza, le inimicizie. Scelsero come rifugio un monte di sapore biblico e di grande bellezza. Qui quegli uomini costruirono dei romitori e in mezzo una chiesetta, ancor oggi visibile, dove pregavano Maria e a lei si ispiravano, donna del silenzio e della orazione. A questo Carmelo 450 anni fa s’ispirò la riforma di Santa Teresa di Gesù che ad Avila fondò il monastero di san Giuseppe in cui applicò un nuovo modo di vita che metteva al centro Maria e l’orazione”.


CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (9)

L'esperienza del mistero mariano è indissolubilmente unita alla spiritualità carmelitana . Come Teresa che le si affidò appena ebbe perso la mamma altre figure carmelitane hanno dedicato a lei meditazioni e preghiere: il Beato Francesco Palau y Quer ha contemplato la Madonna come figura perfetta della Chiesa (Le mie Relazioni); Teresa di Lisieux, fu colpita dalla semplicità di Maria e del suo "cammino" attraverso gli episodi del Vangelo; la Beata Elisabetta della Trinità nutrì sentimenti di tenerezza verso la Vergine Maria, definendola ora "Lode di Gloria", ora "Specchio di Giustizia", oppure "Janua coeli", la porta  che introduce nel mistero di Cristo e dello Spirito. Edith Stein nelle sue opere dedica splendide pagine alla Vergine, presentandola come donna, tipo perfetto della Chiesa, Madre universale nella sua cooperazione a Cristo e allo Spirito, ai piedi della Croce.
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CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (8)

File:Giambattista Tiepolo - La Madonna consegna lo scapolare a San Simone Stock - Venezia, Scuola Grande dei Carmini.jpg
“Sotto il titolo fra tanti altri di Madonna del Carmelo, la santa Vergine è venerata come Patrona dei contemplativi, e soprattutto di quei contemplativi che cercano ci condividere con altri i frutti della loro contemplazione. Il fine dell’Ordine, fondato in suo onore è di far raggiungere ai suoi membri, sotto la di lei guida, le vette della contemplazione mistica, e di far conseguire ad altri questo stesso fine per la di Lei intercessione. Non c’è membro della Chiesa che non debba qualche cosa al Carmelo”.
Tomas Merton, Ascesa alla verità.
Vi ho introdotti nella terra del Carmelo,
perché vi nutriate dei suoi frutti squisiti." (Ger 2,7)

Ti seguiremo dovunque ci condurrai, Vergine Maria.

CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (7)



"Sì, Maria, sei la Madre dell'universo intero. Il tuo cuore è pieno di dolcezza. Ai tuoi piedi si prostrano con la stessa fiducia il sacerdote come la Vergine per trovare tra le tue braccia l'Amore delle tue viscere.
Il ricco come il povero
per trovare nel tuo cuore il loro cielo.
 L'afflitto come il felice
per trovare sulle tue labbra il celeste sorriso.
Il malato come il sano per avere dalle tue mani dolci carezze. Ed in fine il peccatore come me, trova in te la Madre protettrice che sotto i suoi piedi immacolati ha schiacciato la testa del drago, mentre nei tuoi occhi scopre la misericordia, il perdono e il faro luminoso per non cadere nelle acque fangose del peccato".
Teresa di Gesù di Los Andes, carmelitana scalza. Memoria liturgica 13 luglio

CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (6)

Entrati in città, salirono nel locale del piano superiore dove abitavano. Vi erano: Pietro, Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda, figlio di Giacomo. Tutti costoro attendevano costantemente con un cuor solo alla preghiera con le donne e Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui.(Atti 1,13-14)



Mettiamoci anche noi come i discepoli, intorno a Maria e  impariamo da lei l'intimo colloquio di amicizia con Gesù, come fece seguendo l'esempio di Teresa anche il beato Tito Brandsma:

 Se desideriamo conformare noi stessi a Maria, per poter godere pienamente dell’intimità con Dio, seguendo il suo esempio, dobbiamo essere necessariamente “altri Maria”. Dobbiamo permettere che Maria viva in noi. Maria non dovrebbe essere una realtà esterna al Carmelitano. Egli dovrebbe vivere una vita così simile a quella di Maria, da vivere con, in attraverso e per Maria. … La nostra devozione a Maria deve tendere a far di noi quasi delle altre madri di Dio, in modo che sia concepito anche in noi e generato da noi. Il mistero dell’incarnazione ci ha rivelato che l’uomo vale molto per Dio e che Dio vuole essere intimamente unito all’uomo. … Noi dobbiamo cercare di somigliare a Maria, soprattutto perché riconosciamo la sua perfezione come la più alta che una creatura per grazia di Dio ha mai potuto raggiungere. Questa perfezione può venir portata anche in noi ad un alto livello, se ci rispecchiamo in Maria e ci uniamo a lei.
(T. Brandsma, La bellezza del Carmelo)

CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (5)

FATE QUELLO CHE VI DIRA' disse Maria ai servi dello sposalizio di Cana
E lo ripete anche a noi, sempre ...

  "...I grandi mistici carmelitani hanno inteso l’esperienza di Dio nella propria vita come un “cammino di perfezione”  (S. Teresa di Gesù) , come una “salita del Monte Carmelo”  (S. Giovanni della Croce) . In questo itinerario è presente Maria. Ella  - invocata dai carmelitani come Madre, Patrona e Sorella - diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativi, sensibili all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito santo. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmelitana, fiorisce una vita d’intensa comunione e familiarità con la Vergine Maria, quale “nuova maniera” di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù a sua Madre Maria...."
Beato Giovanni Paolo II


CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (4)


La presenza di Maria, mentre vivifica la spiritualità del Carmelo Teresiano, caratterizza il suo apostolato. Per questo il Secolare s'impegnerà a conoscere ogni giorno di più la persona di Maria con la lettura del vangelo, per comunicare agli altri l'autenticità della pietà mariana che porta all'imitazione delle sue virtù (Cost. Ocds V, 31).


"Sa bene il Signore che non posso in altro sperare che nella sua misericordia. Ed essendomi impossibile di non essere quella che sono, non mi resta che di appoggiarmi alla sua clemenza e di confidare nei meriti di suo Figlio e della Vergine sua Madre di cui indegnamente porto l'abito.
E voi, figliuole mie, che pure lo portate, ringraziate Iddio di essere le vere figlie di questa Signora, perché avendo in lei una Madre così grande, non siete costrette a vergognarvi di me, che sono tanto cattiva. Imitatela, considerate la grandezza e il vantaggio che abbiamo nell'avercela a Patrona, e come non siano stati sufficienti i miei peccati e la mia misera vita a scemare, neppur di poco, lo splendore del suo sacro Ordine
".  (Mansioni III 1,3).

CON MARIA, LA MADRE DI GESU' (3)

"Viene a proposito ricordarci come si comportò la Vergine nostra Signora, la quale, pur così piena di senno, domandò all’angelo: Come avverrà questo? Egli, rispondendole: Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo, troncò ogni argomentazione. Maria, nella sua grande fede e saggezza, capì subito che, di fronte a questi due interventi, non c’era altro da chiedere né alcun motivo di dubbio. Non si comportano così certi teologi (che non sono guidati dal Signore per questa via dell’orazione né hanno idea di cose spirituali) i quali vogliono sottomettere queste cose al loro giudizio e interpretarle secondo le loro vedute fino quasi a far credere di voler abbracciare tutte le grandezze di Dio con la loro scienza. Se imparassero qualcosa dall’umiltà della santissima Vergine!"

Teresa di Gesù  (Pensieri sull'Amor di Dio)

CON MARIA, LA MADRE DI GESÙ (2)


"Assomigliamo in qualcosa alla grande umiltà della Vergine Santissima" (Teresa, Cammino 13,3)

Maria è anche ideale ed ispirazione per il Secolare. Ella vive la prossimità alle necessità dei fratelli, preoccupandosi di esse. Ella “l’immagine più perfetta della libertà e della liberazione dell’umanità e del cosmo” (Redemptoris Mater), aiuta a comprendere il senso della  missione. (Cost. Ocds V, 30)

Qual è la missione che come discepola di Maria, Teresa scopre nella sua vocazione?

"Portiamo un abito per questo: perchè ci aiutiamo gli uni (monasteri) gli altri, poichè ciò che è di uno è di tutti" (Lettera  di teresa alla Priora e alle Suore di Valladolid, 31 marzo 1579)

La cura dell’altro è l’impegno che Maria chiede oggi ad ogni secolare, nella famiglia, nella professione, nelle amicizie.

CON MARIA, LA MADRE DI GESÙ


Teresa, che ha così ben compreso l’importanza del rapporto con la sacra umanità di Gesù, nel suo incontro con Vergine non smentisce il valore attribuito all’intimità anche nel rapporto con Maria. Ed è un rapporto che scopre da adolescente, in momento molto difficile della sua vita:


"Ricordo che quando morì mia madre avevo poco meno di dodici anni. Non appena cominciai a capire ciò che avevo perduto, mi recai angosciata davanti a un’immagine di Nostra Signora e la supplicai con molte lacrime di farmi da madre, mi sembra che questa preghiera, anche se fatta con semplicità, mi abbia giovato, perché in modo evidente ho trovato ascolto in questa Vergine sovrana ogni volta che mi sono raccomandata a lei e, alla fine, mi ha richiamata a sé." (Vita 1,7).


 Le nostre Costituzioni (V, 29-31) ci indicano come vivere “Con Maria, madre di Gesù”,  che è Madre e Sorella, modello di sequela anche per i tempi che viviamo oggi. Il testo fa anche riferimento a un documento del Magistero della Chiesa, la Marialis Cultus, in cui s’invita a “scoprire come Maria possa essere considerata modello di quelle realtà che costituiscono l'aspettativa degli uomini del nostro tempo” e  come Ella sia “testimone operoso dell'amore che edifica Cristo nei cuori”.(MC,37).


Teresa è degna figlia di questa Madre, perché con le sue opere ha fatto sì che nascesse nei cuori il desiderio di Cristo, di conoscerlo, di innamorarsi di Lui.

Chiara Lubich sui passi di Teresa


«Grazie, S. Teresa di tutto quanto hai fatto per noi durante la nostra storia. Grazie! Ma il più bel grazie te lo diremo in Paradiso. Continua a vegliare su tutti noi, sul nostro “Castello esteriore” che lo Sposo ha suscitato sulla terra a complemento del tuo “Castello interiore” per la Chiesa bella come la desideravi. Arrivederci S. Teresa. Abbracciandoti. Chiara».

La Chiara che firma, nel 2002, il libro d’oro dei visitatori della comunità dell’Incarnazione ad Avila è Chiara Lubich. Lo rivela il libro recensito oggi dall’Osservatore Romano da p. Bruno Moriconi, ocd. Il libro s’intitola Dalla mistica di Teresa d'Avila al castello esteriore di Chiara Lubich. Una spiritualità sempre attuale (con riflessioni di p. Jesus Castellano Cervera, carmelitano scalzo , a cura di Fabio Ciardi, Città Nuova). Dalle parole di P. Castellano (profondo conoscitore anche del pensiero della Lubich) si evince che alcuni temi cari alla fondatrice dei Focolari, siano stati assimilati dalla mistica carmelitana: “Castello esteriore” (da Teresa di Gesù) e “Gesù abbandonato” (da Giovanni della Croce, Salita II capitolo 7). Il libro è stato presentato nel marzo scorso al Teresianum, dove p. Moriconi insegna e dove p. Jesus Castellano fu preside.

Come scrisse Thomas Merton, dunque, “Non c'è membro nella Chiesa che non debba qualcosa al Carmelo".

Cerchiamo di essere degni della nostra vocazione!

(Ste)

UNA PREGHIERA SENZA CONFINI

Dal Presidente dei Gruppi di orazione teresiana abbiamo ricevuto la seguente lettera:

Carissimi fratelli,
stiamo cominciando il mese di Luglio, il mese del Carmelo, il mese di nostra madre, io direi che questo è uno dei mesi in cui dovremmo vivere  intensamente il nostro essere oranti, il nostro volere vivere e "gustare" il carisma del Carmelo scalzo.
    Vi invito a pregare con María e come María, vi invito affinché ogni giorno di questo mese, contempliamo e meditiamo un passaggio evangelico in cui appaia María o alcuni testi teresiani e  sanjuanisti in cui possiamo contemplare nostra madre.
Così c'avvicineremo di più e conosceremo maggiormente la Donna, madre di Gesù, e pertanto nostra madre. Ed in questo modo saremo migliori anche nell'orazione.
Ricordiamo in questo mese ed in questa estate la seguente frase di Teresa di Gesù:  "il vero amante ovunque ama e non si dimentica mai dell'amato."

Un abrazo para todos.
Oscar Moral Castillo
Presidente de la coordiandora GOT

Le Parole di Teresa

...il Signore aggiustò
le cose assai meglio
di quanto non immaginassi...

Scrive Teresa nelle Fondazioni al capitolo 2,1.