Auguri a tutti i carmelitani!!!!!!!

Solennità della Beata Maria Vergine del Monte Carmelo




La bellissima statua della Chiesa carmelitana di Torre del Greco


“O grande Madre di Dio, gloria del Monte Carmelo, rivesti delle tue virtù questa famiglia a te consacrata, difendila sempre con amore da tutti i pericoli"

Auguri dal Coordinamento interprovinciale

A Te, Maria, vengono i Tre    ( Elisabetta della Trinità )
 
O Maria, tu attiri il cielo
Ed ecco il Padre ti consegna il suo Verbo
Perché tu ne sia la Madre,
e lo Spirito d’amore ti copre con la sua ombra.

A te vengono i Tre;
è tutto il cielo che s’apre e si abbassa fino a te.
Adoro il mistero di questo Dio
Che s’incarna in te, Vergine Madre.

O Madre del Verbo,
dimmi il tuo  mistero dopo l’incarnazione del Signore;
come vivesti sulla terra tutta sepolta nell’adorazione.
Custodiscimi sempre in un abbraccio divino.
Che io porti in me l’impronta di questo Dio amore.

Il Coordinamento Interprovinciale  invia a tutto l’OCDS d’Italia gli auguri per la solennità della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.
Rosa Maria Pellegrino ( Presidente)

Verso la Solennità della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

1. Io vorrei, Maria, cantare perché t'amo / e al tuo dolce nome
trasalisco in cuore; / e ancor perché la suprema tua grandezza / non
potrebbe mai intimidirmi l’animo. / Se nella sublime gloria
t'ammirassi / mentre i beati tutti in splendore superi, / mai credere
potrei che ti sono figlia: / e gli occhi abbasserei innanzi a te, Maria.
2. Perché un figlio possa amar la madre sua, / essa ha da spartir
con lui le pene e piangere. / O Madre amata, sulla straniera riva /
quanto tu piangesti per attrarmi a te! / Nel Vangelo santo la tua vita
medito, / osando guardarti ed accostarmi a te. / Non m’è difficile
credermi tua figlia: / mortale e dolente come me ti vedo.
3. Un angelo del Ciel t'offre d’esser Madre / del Dio che in eterno
sempre regnerà; / ed ecco, Maria, tu scegli – che mistero! – / della
verginità il tesoro ineffabile. / Comprendo, Immacolata, che la tua
anima / al Signore è più cara del Paradiso, / e che il cuor tuo, ch’è
Valle Mite ed Umile, / può contener Gesù, Oceano d’Amore.
4. T’amo, Maria, quando ti chiami serva / del Dio che tu conquisti
con l’umiltà. / Tal virtù nascosta ti fa onnipotente / e nel tuo cuore
attira la Trinità. / Ecco, t'adombra lo Spirito d’Amore / e il Figlio
uguale al Padre s’incarna in te.S, Teresa di Gesù Bambino

Verso la Solennità della B. V. del Monte Carmelo (8)


Attiraci, Maria fino alla cima del Carmelo, che è Cristo, vita del cielo.
 Attiraci a te, Vergine Immacolata; correremo dietro il profumo delle tue virtù
Ti seguiremo ovunque ci condurrai, Vergine Maria.

Verso la Solennità della B. V. Maria del Monte Carmelo (7)

Oggi è la festa di S. Teresa di Gesù, carmelitana scalza cilena di Los Andes.
Scrisse:
Il mio specchio dev’essere Maria. Poichè io sono Sua figlia devo somigliare a Lei, e così somiglierò a Gesù!
Parla con la SS.ma Vergine da cuore a Cuore. Quando ti senti solo guardaLa e vedrai che sor­ridendo ti dirà: ‘Tua madre non ti lascia mai solo’. Quando triste e desolato non trovi con chi sfogarti, corri alla Sua presenza, e lo sguar­do doloroso della Madre che ti dice: ‘Non c’è dolore simile al mio’ ti conforterà ponendo nella tua anima la goccia di consolazione che cade dal Suo Cuore Addolorato. 

Verso la Solennità della B. V. Maria del Monte Carmelo (6)



Il Carmelo per singolare provvidenza di Dio è stato destinato al culto e alla venerazione della Madre di Dio; lo Scapolare, la cui origine viene dall’ Ordine del Carmelo, è il mezzo ap­provato dalla Chiesa per onorare la Madre di Dio.Oltre ai sette sacramenti della Chiesa, che sono segni sacri che significano e producono la grazia, esistono anche altri segni e aiuti per il cammino di fede.Lo Scapolare è detto ed è realmente un segno di salvezza, è il sacramento della Vergine Madre di Dio perché è il segno visibile delle realtà spirituali che stimolano l’impegno nell’amore e nella fede, come anche stimolano l’impegno per il cammino di santifi­cazione, cioè apertura al dono che lo Spirito vuole fare a ciascuno di noi per renderci simili a Dio.Lo Scapolare è segno specifico del no­stro servizio alla Vergine, Signora del mondo; è il marchio che la Vergine SS.ma pone nel cuore di ciascuna persona perché possa portarlo per sempre e perché dalla bocca di chi lo indossa venga pronunziato il nome di Maria, dopo quello di Dio, in tutti gli atti e gli impegni che si svolgono.Lo Scapolare è il memoriale della Vergine Santissima, che aiuta ad ele­vare a lei frequentemente il cuore; è un invito a vivere alla divina presen­za; è anche al tempo stesso ricordo della presenza morale di Maria a chi vive in familiarità con lei e a lei ricor­re nelle azioni e nelle tentazioni.Lo Scapolare è segno di alleanza e patto eterno tra Maria e coloro che lo portano. È segno di protezione nei pericoli. In ogni occasione e in ogni tentazione possiamo rivolgerci a Ma­ria dicendogli: “O Santa Maria, rivol­giti a me e abbi pietà di me! Comuni­cami la tua forza, dammi un segno propizio; perché gli avversari lo vedano e rimangano confusi, perché tu, o Madre, mi aiuti e mi consoli!”.Da quanto detto si può concludere che lo Scapolare in modo forte e al tempo stesso soavemente unisce la persona che lo porta all’ossequio del­la Vergine Maria e la funzione di uni­re è espressa dai lacci dello Scapolare collocati sulle spalle e la stessa Vergi­ne Maria sembra dire ai fratelli e so­relle carmelitani: “Con i vincoli della bontà io li attiro, con i lacci dell’amo­re”.

Mattia di S. Giovanni 

Verso la solennità della B.V. Maria del Monte Carmelo (5)

 Edith Stein la filosofa ebrea che a 42 anni entrò nel monastero di Colonia e divenne suor Teresa Benedetta della Croce nelle sue opere dedica parla di Maria come donna ideale e modello della Chiesa. Ecco alcuni pensieri su Maria, tratti dalle sue opere:
"Maria è il simbolo più perfetto della Chiesa perché ne è prototipo e origine. Ne è anche un organo particolarissimo: l’organo da cui fu formato tutto il Corpo mistico, anzi il Capo stesso. Per questa sua posizione organica centrale ed essenziale, la chiamiamo volentieri cuore della Chiesa".
"Maria ci ha generati secondo la vita della graziaavendo dato tutta se stessa, corpo e anima, per essere Madre di Dio. Da qui nasce un’unione strettissima tra lei e noi: ella ci ama, ci conosce, ed è interamente disponibile per renderci quali dobbiamo essere... Ma come la grazia non può compiere la propria azione nelle anime se esse non le si aprono con tutta libertà, così anche Maria non può realizzare in pieno la sua maternità, se gli uomini non si abbandonano a Lei". 

"Se proviamo a contemplare silenziosamente il cammino percorso dalla Madre di Dio, dalla Purificazione al Venerdì Santo, sarà lei a farci trovare le vie del silenzio…"

"La sera del venerdì santo, ai piedi della Croce: il dolore della Madre di Dio è grande come il mare, lei vi sta immersa, ma è un dolore contenuto, ella trattiene con fermezza il cuore con la mano, perché non si spezzi, la morte vera appare in modo quasi spaventoso dalla bocca semiaperta del Salvatore. Ma la sua testa è rivolta verso la Madre, come per consolarla, e la Croce è tutta luce: il legno della Croce è divenuto luce del Cristo".
Noi che possiamo chiamarci sue figlie e sorelle, riceviamo da lei un abito particolare di salvezza, il suo stesso abito. Come segno della sua materna predilezione, Ella ci dona il santo Scapolare, questa "armatura di Dio". Nel ricevere il santo Abito assumiamo l'impegno di dare un'eccezionale testimonianza di amore non solo al nostro divino Sposo, ma anche alla sua santissima Madre. Non possiamo rendere migliore servizio alla Regina del Carmelo e dimostrarle la nostra riconoscenza, che considerandola nostro modello e seguendola nella "via della perfezione" (16 luglio 1940).

Verso la solennità della B. V. Maria del Monte Carmelo (4)

Quando si parla del Carmelo il pensie­ro va alla sacra montagna, che nel mondo biblico è sempre conside­rata come simbolo di grazia, di benedizion­e e di bellezza. Su questa montag­na i Carmelitani dedicarono alla Vergine Madre di Dio, Flos Car­meli, la loro prima Chiesa, esprimen­do così la pro­pria volontà di affidarsi completa­mente a Lei e di legare indis­solubilmente il proprio servizio a Ma­ria attraverso l’ossequio a Gesù Cristo.

I grandi mistici carmelitani hanno in­teso l’esperienza di Dio nella propria vita come un cammino di perfezione  (S. Teresa di Gesù) , come una salita del monte Carmelo  (S. Giovanni della Croce) .
In questo itinerario è presente Maria. Ella  – invocata dai Carmelitani come Madre, Patrona e Sorella –  diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativo, sensibile all’ascol­to e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Pa­dre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmeli­tana, fiorisce una vita d’intensa co­munione e familiarità con la Vergine Santa, quale nuova maniera di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù a sua Madre Maria.
Una particolare grazia della Madonna verso i carmelitani, ricordata da una veneranda tradizione legata a S. Si­mone Stock, si è irradiata nel popolo cristiano con tanti frutti spirituali. È lo scapolare del Carmine, mezzo di affiliazione all’Ordine del Carmelo per partecipare i benefici spirituali e veicolo di tenera e filiale devozione mariana.
Mediante lo scapolare i devoti della Madonna del Carmine esprimono la volontà di plasmare la loro esistenza sugli esempi di Maria  – la Madre, la Patrona, la Sorella, la Vergine puris­sima –  accogliendo con cuore purifi­cato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio dei fratelli.
Rivolgiamo insieme una fervida pre­ghiera a Maria, perché con la sua in­tercessione ottenga a ciascuno di pro­seguire sicuro nel cammino della vita e di giungere felicemente alla vetta della santa montagna, Gesù cristo, nostro Signore.
San Giovanni Paolo II

Verso la solennità della B.V. Maria del Monte Carmelo (3)


 Madre che insegna la contemplazione
"Ti saluto O Maria, piena di Grazia"
 Piccola, allora, è Maria di Nazareth, una donna come tante altre, umile, semplice, la quale un giorno si è sen­tita dire da Dio: “Tu sarai la madre di Gesù”, e da quel giorno ella ha vissu­to nella sua esistenza tutti gli atteg­giamenti che fanno di ogni credente un vero contemplativo.
Perché produca frutti nella vita del credente, la Parola di Dio ha bisogno di essere accolta con disponibilità; ma se non trova un interlocutore aperto e pronto all’ascolto, la Parola è quasi costretta all’esilio, lontana dalle nostre vicende quotidiane.E non solo. A causa di questo esilio gli uomini, anche quelli che sembra­no essere i più religiosi, sperimenta­no in maniera lacerante il silenzio di Dio: non vedono più progetti, tutto invecchia, ogni loro gesto diventa espressione di un’apatica monotonia.Ora, di fronte alla Parola che la chia­ma dal di dentro della vita, Maria ri­mane come scossa e sconvolta: si do­manda il senso profondo di quella voce che la interpella personalmente. È il turbamento dei contemplativi i quali davanti al Mistero, davanti al progetto di Dio che a loro si comuni­ca, sperimentano la propria piccolez­za e fragilità, e nel contempo si lascia­no attrarre e sedurre da esso.Maria vive il suo turbamento come una donna contemplativa che sa con­frontarsi con la Parola e attualizzarla nella propria condizione personale. Coinvolta, per grazia, nel progetto di Dio, ella cerca di far luce sulla pro­pria esistenza. Nel dialogo orante con la Parola comprende che tutto quello che sta accadendo in lei è opera dello Spirito Santo. Solo lo Spirito, infatti, è capace di fare dell’uomo una dimo­ra vivente per Dio, un luogo di acco­glienza per Lui, affinché attraverso i nostri gesti e le nostre scelte quoti­diane, Egli possa visitare gli uomini e camminare sempre con loro.
 brano tratto da Ravviva la bellezza del Carmelo, Ed. Provincia napoletana, Bari, 1993.

dal testo  

Verso la solennità della B. V. Maria del Monte Carmelo (2)

La Purezza di Maria 
La visione di Maria da parte dei Carmelitani come la vergine purissima (Virgo purissima)  ha profonde radici nel passato; occasionalmente la si trova in scrittori patristici, come ad es. Sofronio di Gerusalemme. Nelle chiese orientali an­cora oggi si può trovare questo titolo  […] .Il titolo vergine purissima è ovviamente implicito in tutti gli scritti carmelita­ni riguardanti l’Immacolata Concezione. L’8 dicembre 1342, davanti alla Curia ro­mana, riunita nel nostro convento di Avignone, Richard Fitzralph, Arcives­covo di Armagh, sede primaziale della Chiesa di Irlanda, tenne un discor­so divenuto poi no­tissimo e spesso citato, nel quale affermava che i Carmelita­ni indossavano la cappa bianca in onore dell’Immacolata Concezione. È chiaro che inizialmente la pu­rità di Maria veniva considerata soprattutto nel senso della verginità, perciò, come abbia­mo visto in molti testi già citati, l’imitazione della purezza di Maria da parte dei Car­melitani avveniva principalmente attra­verso la professione del voto di castità. Non doveva però rimanere limitato a questo; ven­ne, infatti, a significare la totale ade­sione a Dio più che la semplice integrità fisi­ca.Mano a mano che la riflessione dell’Ordine sulla sua natura contempla­tiva venne a integrarsi con gli elementi della sua tradizione mariana, anche la com­prensione del titolo vergine purissima si approfondì e si ampliò.
Già nell’i­deale programmatico dell’Ordine, proposto dalla Istituzione dei primi monaci, possia­mo vedere la base di tale approfondimento: “Duplice è il fine di questa vita. Il pri­mo viene raggiunto con il nostro sforzo, con l’esercizio delle virtù e con l’aiuto della grazia divina: consiste nell’offrire a Dio un cuore santo e puri­ficato da ogni macchia di peccato … Il secondo fine viene conseguito da noi per puro dono divi­no: è quello di gustare alquanto nel cuore e di sperimentare nel­l’animo la poten­za della presenza divina e la dolcezza della gloria celeste, non soltanto dopo la morte, ma anche in questa vita”.Maria può facilmente essere vista come modello di entrambi questi fini di vita. Progressivamente la purità viene ad essere concepita in termini di pu­rezza di cuore. Vediamo così san Giovanni della Croce parlare delle condizioni necessarie per il raggiungimento della suprema unione divina: “Non si può giungere a tale unione senza grande purezza e questa non si ottiene senza grande spogliamento di ogni cosa creata e senza una viva mortificazione”.Anche altrove san Giovanni della Croce parla della purezza spirituale, della purezza del cuore, della purezza delle potenze dell’anima, della purezza dello spiri­to, ecc. . In un passaggio riguardante la purificazione e quindi la purità richiesta per una profonda intimità con Dio, parlando di Maria, egli scrive: “tale fu la pre­ghiera e l’azione della gloriosissima Vergine nostra Signora, la quale, essendo stata innalzata sin dal principio a questo alto stato, non ebbe mai impressa nel­l’anima sua alcuna forma di creature che la muovesse ad operare, ma sempre la sua mozione fu dallo Spirito Santo”. […]

 C. O'Donnel, La vergine purissima in Maria, Madre e Sorella. Uno studio sull’eredità spiri­tuale dell’Ordine Carmelitano 

S'inizia la preparazione alla Solennità del 16 luglio


Questo è uno dei momenti in cui tutto l'Ordine del Carmelo si ritrova unito per ricordare le propri origini, la propria spiritualità e per pregare insieme. Proponiamo in questi nove giorni di preparazione alla Solennità della B. V. del Monte Carmelo alcune letture che ci aiuteranno a meditare sull'aspetto mariano del nostro Ordine, tutt'altro che .devozionistico.
La devozione alla Madonna del Carmelo è un forte richiamo alla vita interiore, che è in modo tutto speciale la vita di Maria. La Madonna ci vuole simili a lei molto più nel cuore e nello spirito che nell’abito esteriore. Se penetriamo nell'anima di Maria vediamo che la grazia è fiorita in lei in una ricchezza immensa di vita interiore: vita di raccoglimento, di preghiera, di ininterrotta donazione a Dio, di con­tatto continuo, di unione intima con lui. L’anima di Maria è un santuario riservato a Dio solo, dove nessuna creatura umana ha mai impresso la sua orma, dove regna l’amore e lo zelo per la gloria di Dio e per la sal­vezza degli uomini.
Coloro che vogliono vivere in pieno la devozione alla Madonna del Carmelo devono seguire Maria nelle profondi­tà della sua vita interiore. Il Carmelo è il simbolo della vita contemplativa, vita tutta dedicata alla ricerca di Dio, tutta protesa verso l’intimità divina; e Colei che meglio realizza questo idea­le altissimo è proprio la Madonna. Regina decor Carmeli.
La parola “Carmelo” significa “giardi­no”. L’anima di Maria è un vero giardin­o: oasi di silenzio, di pace, in cui regna la giustizia, l’equità, oasi tutta av­volta dall’ombra di Dio, piena di Dio.Ogni anima di vita interiore, pur vi­vendo nel frastuono degli impegni quotidiani, può arrivare a questa pace, a questo silenzio interiore che rendono possibile il contatto conti­nuo con Dio. È il frastuono che è den­tro di noi ad impedire il dialogo con il Signore, non tanto l’attività  esterio­re. Possiamo rendere il nostro cuore un giardino solitario, silenzioso dove il Signore può riposare e passeg­giare. Chiediamo oggi alla Madonna questo dono, riconoscendola come nostra maestra di vita interiore.
Gabriele di S. Maria Maddalena OCD

Imparare ad amare con lo stesso amore con cui Dio ci ama

Alcuni componenti della nostra fraternità ocds hanno partecipato dal 28 giugno al primo luglio scorsi al corso di esercizi spirituali guidati da p. Giorgio Rossi, ocd, che ha proposto quattro meditazioni sul Cantico Spirituale di San Giovanni della Croce. Come già anticipato nell'articolo scritto per il nostro notiziario "Crescere in fraternità" p. Giorgio ha presentato un commento al Cantico, analizzando le sue due versioni, la A e la B, e soffermandosi sulla prima originale versione, ritenuta da molti un capolavoro di poesia. "Composto da Giovanni della Croce mnemonicamente, nel periodo in cui era nel carcere di Toledo, il Cantico si compone di quaranta strofe che rileggono in chiave simbolica il Cantico dei Cantici biblico e hanno l’ardire di presentare la grande parabola di vita che ciascun’uomo spirituale percorre lungo tutto l’arco della propria esistenza".
Nel guidare alla lettura sapienziale del testo, p. Giorgio ha attinto anche alla Evangelii Gaudium di Papa Francesco, alla catechesi su Giovanni della Croce, fatta da Benedetto XVI (16 febbraio 2011), al Mysterium Salutis di Hans Urs von Balthasar, Fedor Dostoevskij, Pedro Salinas...dimostrando l'attualità del messaggio del nostro santo padre Giovanni.
In particolare si è più volte soffermato sulla frase del Papa Emerito: 
Nel Cantico spirituale, san Giovanni presenta il cammino di purificazione dell’anima, e cioè il progressivo possesso gioioso di Dio, finché l’anima perviene a sentire che ama Dio con lo stesso amore con cui è amata da Lui
Sabato 30 giugno, dopo cena, è stato anche proiettato il poema visuale “Y véante mis ojos” (2003) di Raúl Rodríguez, basato sul testo poetico di Giovanni della Croce e accompagnato dal commento musicale di Amancio Prada e da suggestive immagine della natura, catturate nell’arco di un intero anno, in cui Rodriguez ha percorso la Spagna visitando i luoghi in cui ha vissuto il santo.
Tutto si è svolto in un clima di grande armonia e condivisione, fra i componenti delle comunità, ospitati dai padri carmelitani e dai novizi Alfredo e Aristotele, nella casa di Nusco, a Palazzo Saponara, con l'intervento, domenica Mattina anche del Superiore Provinciale p. Luigi Borriello e la visita di p. Luigi Gaetani, che ha messo a disposizione la casa di spiritualità.
Graditissima la visita di alcune sorelle del Movimento carmelitano dello Scapolare venute da Cremona. Quasi un...circolo di amore, come insegna Giovanni della Croce. Cerchiamo di portarlo anche nella nostra vita. I veri esercizi cominciano ora.
Stefania ocds
P.S. In questo blog ( nella colonna a destra) riportiamo il sito di p. Giorgio.